eJournals Italienisch 37/74

Italienisch
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
2015
3774 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

Adalgisa Giorgio (a cura di): «Non sto quindi a Napoli sicura di casa». Identità, spazio e testualità in Fabrizia Ramondino. Perugia: Morlacchi Editore 2013, pp. 400, € 18.50

2015
Franco Sepe
14 8 Kurzrezensionen Aufgabe der Librettoforschung Solche Texte, die zwar dank der Digitalisierung oft online verfügbar sind (alle hier edierten Libretti sind in der Raccolta Drammatica der Biblioteca Braidense zu finden), brauchen dennoch einer wissenschaftlichen Aufarbeitung: eine philologische Revision muss die Fehler der Frühdrucke beseitigen; didascalie und erklärende Fußnoten erleichtern das Verständnis und helfen, Missverständnisse beim Lesen zu vermeiden Das Ganze wird durch eine Einführung komplettiert: Sie bietet einen nützlichen Überblick über die Autoren und den Kontext des venezianischen Theaters und belehrt dank einer echt reichen Bibliographie sowohl den Laien als auch den Spezialisten Alessandra Origgi Adalgisa giorgio (a cura di): «Non sto quindi a Napoli sicura di casa». Identità, spazio e testualità in Fabrizia Ramondino. Perugia: Morlacchi editore 2013, pp. 400, € 18.50 La pubblicazione scaturisce quasi interamente dagli interventi del convegno intitolato «Non sto quindi a Napoli sicura di casa». Conference in Memory of Fabrizia Ramondino (1936-2008), tenutosi a Londra il 15 e 16 gennaio del 2010, a meno di due anni dalla scomparsa della scrittrice Si trattava del primo convegno di studi con un taglio prevalentemente scientifico, ma che prevedeva anche la partecipazione di alcuni operatori estranei al mondo accademico, come ad esempio la psichiatra basagliana Assunta Signorelli e l’attrice, autrice e regista Barbara Della Polla A organizzare il simposio internazionale, e a curarne successivamente il volume, è stata Adalgisa Giorgio, nota studiosa da decenni residente in Inghilterra e attiva come docente presso il Department of Politics, Languages & International Studies dell’Università di Bath Prima del convegno londinese, erano stati dedicati all’opera della scrittrice napoletana molti articoli e recensioni, e diversi saggi di una certa consistenza sparsi su riviste e in volumi Mancava però una raccolta organica di lavori ispirati alle tematiche che costellano il percorso letterario - assai vario, peraltro, e debitore delle più diverse esperienze - di Fabrizia Ramondino In questo senso, il volume di atti congressuali curato da Adalgisa Giorgio, colma quella lacuna e si offre insieme come strumento di lavoro per chiunque voglia ripercorre criticamente l’itinerario di scrittura di un’autrice che nell’arco di un trentennio, in un costante andirivieni tra passato e presente, tra ragioni biografiche concernenti la sfera privata e famigliare e le esperienze collettive 2_IH_Italienisch_74.indd 148 16.11.15 07: 55 14 9 Kurzrezensionen maturate in ambito pedagogico e politico, ha lasciato un’opera che ha varcato ampiamente e tutt’oggi supera i confini nazionali Preceduto da una Introduzione della curatrice dal titolo «Fabrizia Ramondino dentro e fuori d’Italia», dove si pone l’accento sul carattere internazionale della ricerca, del resto già da tempo avviata in area anglo-americana, ma non solo, il volume si divide in tre sezioni Alla prima, denominata Altri luoghi, altri spazi, appartiene il saggio di Loredana Polezzi «Dal Bar Mexico al Sahara: fuori e dentro casa con Fabrizia Ramondino» Polezzi, mettendo a confronto i testi di Ramondino e gli studi teorici su viaggio, spazio e psicogeografia di Merlin Coverley, James Clifford, Michel de Certeau, Irit Rogoff e Giuliana Bruno, mostra come la scrittrice, da una posizione ‹excentrica› (p 39), viva paradossalmente il proprio ambìto ‹star di casa› come «una disappartenenza» (p 41) e sia portata a optare per un viaggiare non vòlto a «indigenizzarsi» (p 43) in una sorta di nuova patria, ma inteso piuttosto come ricerca di una condivisione affettiva con il luoghi e le persone incontrati Una «errabondanza» definisce Nadia Setti, nel suo saggio «La recherche errabonda di Fabrizia Ramondino», l’esperienza di questa scrittrice, la quale, adottando un linguaggio prevalentemente spaziale, nella dialettica tra il riandare a ritroso con la memoria e i differenti modi del viaggiare «apre delle prospettive e degli interrogativi sullo spazio intermedio, circostante e ancora sconosciuto» (p 64) Mentre Rita Wilson, con «Un viaggio di ritorno: La Via», individua tre fasi del viaggio in tre altrettanto opere ramondiniane, mostrando come il dinamismo dell’identità, attraverso gli spostamenti e le transizioni linguistiche, dia luogo a «un processo di trasposizione/ traduzione che non può non generare delle corrispondenze al di là dell’io» (p 88) lasciando emergere «le più disparate identità e soggettività» (p 86) Se ciò avviene è perché Ramondino non si limita a trasferire le sue concrete esperienze di viaggio in ambito estetico e letterario, restando incluso, nelle sue esplorazioni geografiche, sempre anche il vissuto e il corporeo Perciò differente è la ricerca delle radici culturali e dei valori universali dell’umanità che emerge dalla poetica del viaggiare di uno scrittore come Claudio Magris, un viaggiare questo dal quale resta esclusa la componente intima e biografica, come si legge appunto nel saggio di Sabina Gola «In viaggio con Fabrizia Ramondino e Claudio Magris» Ad aprire la seconda sezione del volume, intitolata La scrittura e i testi, è il saggio di Beatrice Alfonzetti «I taccuini di Fabrizia Ramondino» Dall’analisi del «sotterraneo legame» (p 137) che corre tra gli appunti diaristici di Ramondino e The Golden Notebook di Doris Lessing emerge una riflessione sulle qualità simbolico-poetiche proprie di questo genere di scrittura autobiografica assai praticata dall’autrice napoletana sia nei taccuini veri e propri che nelle opere più manifestamente narrative Sull’uso e la funzione 2_IH_Italienisch_74.indd 149 16.11.15 07: 55 150 Kurzrezensionen del quaderno-taccuino, «sempre più centrale nel passaggio di libro in libro» (p 158), inteso come «doppio dello scrittore» (p 170) nonché «invito e culla di una ricerca senza fine tramite cui riaprire continuamente il campo visivo per far spazio all’espandersi infinito della coscienza» (p 171), si sofferma anche Cynthia Clough nel suo saggio dal titolo «La scrittura e il vuoto: il quaderno aperto di Fabrizia Ramondino» A un poemetto inedito del 1963- 1964 è dedicato invece lo scritto «Fabrizia Ramondino, Caravaggio e i quartieri di Napoli: Alla maniera delle Sette opere di misericordia di Michelangelo da Caravaggio» Laura Rorato, che ne è l’autrice, mette in relazione i dipinti dell’artista «nei quali la gente comune sembrava troppo indaffarata per accorgersi del soprannaturale» (p 183) con i modi tipici della scrittrice di ritrarre i quartieri barocchi di Napoli e il loro obliato sacrificio proletario All’esplorazione del legame tra L’isola riflessa e L’Iguana è volto il saggio di Inge Lanslots «I fantasmi e gli spiriti di F Ramondino a A .M Ortese», che mette in luce la «stratificazione della spazialità» e «l’aspetto palinsestico» (p 201) nelle due isole prese in esame Scrive Lanslots: «In entrambi i romanzi il desiderio di evasione dei personaggi fa sì che si instaurino rapporti di orizzontalità nelle rispettive isole, creando non solo aperture verso l’esterno, ma anche movimenti centripeti che tendono alla claustrofilia» (ibid .) Tuttavia si manifestano nelle due opere altrettanti «rapporti verticali», uno dei quali viene individuato dall’autrice nelle tracce del passato storico (Ventotene quale luogo di esilio per i confinati politici), che incombono sulla memoria dell’isola ramondiniana A chiudere la seconda parte del volume è il contributo di Adalgisa Giorgio, anch’esso in chiave intertestuale, dal titolo «Dalla Serata a Colono a Terremoto con madre e figlia» Partendo da Sofocle, e passando per la Morante, il discorso sul conflitto generazionale, secondo l’autrice, trova nell’opera teatrale di Fabrizia Ramondino un suo punto d’approdo originale, giacché quest’ultima «inverte la situazione di base dell’Edipo a Colono assegnando alla madre il ruolo di protezione della figlia» (p 246) proprio mentre «mette in scena uno scontro tra soggettività dello stesso sesso» (ibid .); inoltre, dialogando con il testo morantiano, Ramondino tende a «legittimare la propria scrittura attraverso uno scambio fruttuoso che illumina l’opera di entrambe» (p 247) La terza sezione del volume si apre con due saggi dedicati ad un medesimo romanzo In «Passare la Storia a contrappelo: Un giorno e mezzo di Fabrizia Ramondino e la funzione dell’intellettuale nella letteratura degli anni Ottanta del Novecento», Claudio Brancaleoni mette in relazione il versante dell’impegno nella militanza politica e quello della scrittura letteraria, che appaiono indissociabili nella biografia intellettuale di Ramondino, con la figura benjaminiana del narratore epico, il cui compito è di favorire l’insorgere di una coscienza rivoluzionaria, e con quella del materialista storico, ruolo 2_IH_Italienisch_74.indd 150 16.11.15 07: 55 151 Kurzrezensionen quest’ultimo incarnato dall’autrice nella creazione di un romanzo il cui intento è di «restituire la voce a ciò che nel momento storico in cui si scrive è oggetto di rimozione da parte delle forze politiche dominanti, ossia le lotte degli operai e degli studenti» (p 278) Il secondo saggio, «Un giorno e mezzo: romanzo postfemminista», di Nathalie Marchais, esplora le possibili linee di convergenza tra il testo ramondiniano e il ‹romanzo realista femminista› degli anni Settanta studiato da Anna Nozzoli Al film Morte di un matematico napoletano, scritto da Ramondino insieme a Mario Martone e da questi diretto, è dedicato il testo di Noemi Billi «La costruzione della memoria: Renato Caccioppoli personaggio di Fabrizia Ramondino», nel quale vengono palesate le «affinità esistenziali e politiche» (p 305) e le analogie tra la scrittrice e il matematico che Ramondino «riformula entro un mosaico della memoria» (ibid .) Nel saggio che segue, «Mutazioni socio-culturali in Terremoto con madre e figlia», Mariano d’Amora individua nel sisma del 1980 tematizzato nella pièce ramondiniana il nesso tra il sommovimento relazionale e generazionale, la fine dell’impegno e il vuoto ideologico che spingono la madre a rifugiarsi nell’alcol, e la mutazione antropologica che investe la realtà sociale di una Napoli degradata e lacerata In «‹Fuori categoria›? La rappresentazione della vecchiaia in Fabrizia Ramondino», Hanna Serkowska mostra come la figura della nonna, centrale in alcune opere di Ramondino (Althénopis, Star di casa ecc .), muti a seconda della percezione dei personaggi e della prospettiva generazionale, e come infine l’esclusione patita dalla nonna si riverberi anche sul vissuto della scrittrice, la quale, con l’avanzare dell’età, «passa a riflettere su se stessa per raccontare il modo in cui vive la propria vecchiaia con tutto ciò che quell’età difficile comporta» (p 349) Questi, in sintesi, i saggi sui vari aspetti tematici e narrativi presenti nell’opera di Fabrizia Ramondino affrontati da una quindicina di studiosi provenienti da vari paesi e differenti tradizioni critiche e teoriche Il libro, oltre a costituire un importante contributo pionieristico, è da intendere anche come un omaggio alla memoria letteraria della scrittrice e un invito a una lettura/ rilettura accurata della sua impareggiabile prosa Franco Sepe 2_IH_Italienisch_74.indd 151 16.11.15 07: 55