eJournals Italienisch 37/73

Italienisch
0171-4996
2941-0800
Narr Verlag Tübingen
2015
3773 Fesenmeier Föcking Krefeld Ott

A colloquio con Mario Fortunato

2015
Mario Fortunato
Lavinia Brancaccio
Mario Gagliano
2 A colloquio con Mario Fortunato A cura di Lavinia Brancaccio e Mario Gagliano Mario Fortunato nasce a Cirò (Calabria) il 2 settembre 1958 . Si laurea in Filosofia a Roma, e dal 1983 comincia a lavorare nel mondo del giornalismo culturale, prima per Rai Tre, poi per Panorama, Reporter e infine per L’Espresso, di cui è tuttora critico letterario (con la rubrica «Il Libro» e il blog «Culture Club») . Nel 1988, il suo esordio narrativo con Luoghi Naturali, nove racconti legati fra loro, che ricevono il plauso di Alberto Moravia . Dal 2000 al 2004 dirige l’Istituto italiano di cultura a Londra . Nel 2007, con il romanzo I giorni innocenti della guerra, si classifica secondo nella finale del Premio Strega e vince il Premio Mondello e Super Mondello . Molti dei suoi testi - narrativi e saggistici - sono contenuti in volumi collettivi, e tutti i suoi libri sono tradotti in varie lingue Mario Fortunato vive a Roma e a Londra, e ha dato questa intervista a Italienisch a Monaco di Baviera nel gennaio 2015 Domanda: Lei ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura a Londra Secondo Lei, come percepivano (o percepiscono) gli inglesi l’Italia e gli italiani, e che ruolo hanno la cultura (e più specificamente la letteratura) italiana all’estero? Mario Fortunato Sono passati ormai parecchi anni, dieci, da quando quell’incarico è finito Naturalmente continuo ad andare in Inghilterra perché ho ancora dei legami affettivi, per cui nel corso degli anni, mi sono potuto fare un’idea abbastanza chiara e semplice: la cultura italiana - l’arte, la letteratura, la musica, ma anche i suoi aspetti più ‹materiali› come il cibo o la moda, insomma, tutto il ‹way of life› degli italiani, aveva e ha un ruolo importantissimo nel mondo inglese - cosa che i politici italiani tendono a non capire, o almeno a sottovalutare Nei miei anni in Inghilterra mi sono reso conto che gli inglesi conoscono molto bene, forse meglio degli italiani stessi, tanti aspetti della nostra cultura classica Conoscono invece poco quella contemporanea Il mio lavoro di mediatore culturale tra l’Italia e l’Inghilterra consisteva nel mettere in contatto italiani e inglesi Io non mi sono mai rivolto soltanto agli Italiani a Londra, ma ho cercato di far conoscere agli Inglesi la cultura italiana contemporanea Per esempio, gli inglesi conoscono poco la nostra letteratura di oggi, perché gli editori britannici traducono poco Perciò invitavo sempre uno scrittore italiano a dialogare con uno scrittore inglese Lo stesso ho fatto con gli artisti In questo modo si attraevano contemporaneamente sia il pubblico italiano che quello inglese, riuscendo così non solo a far conoscere ad esempio un autore italiano fino ad allora poco conosciuto o 2_IH_Italienisch_73.indd 2 19.05.15 11: 40 3 A colloquio con Mario Fortunato addirittura sconosciuto in Inghilterra, ma anche a mettere direttamente in contatto i protagonisti delle due scene culturali Dopo quegli incontri in alcuni casi sono nati dei veri sodalizi creativi: come fra l’artista veneziana Serena Nono 1 e lo scrittore e sceneggiatore Hanif Kureishi La loro è una collaborazione che dura tuttora Del resto, io sono convinto che gli scambi culturali fra Paesi in fondo siano basati sui rapporti interpersonali In quel periodo, tuttavia, ebbi qualche problema Ero stato nominato da un governo di centro-sinistra che però cadde dopo pochi mesi: fu così che mi ritrovai a dover fare i conti con un governo Berlusconi, il quale cercò quasi subito di cacciarmi via, usando argomenti assurdi e incostituzionali, cioè accusandomi di essere un comunista e un omosessuale Devo dire che sono sempre stato di sinistra, ma ero e sono lontano dall’essere comunista Quanto all’omosessualità, ognuno sceglie come crede la propria identità Il tentativo di rimozione dall’incarico scatenò la reazione indignata di alcuni eminenti intellettuali britannici, fra cui due premi Nobel, Harold Pinter e Doris Lessing La storia finì sui giornali di mezzo mondo e così, dopo sei mesi di tira e molla, ricevetti una chiamata di Gianni Letta, allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che, scusandosi con me, disse che era stato tutto un grave equivoco Dopo ben cinque mesi ricevetti di nuovo il mio stipendio Potei mantenere il mio incarico - avevo sconfitto Berlusconi Quest’episodio molto sgradevole mise in pessima luce il governo italiano, non soltanto sotto il punto di vista politico, ma anche sotto quello culturale Comunque per tornare al mio lavoro da direttore dell’Istituto di cultura italiana, quegli istituti spesso non funzionano bene, sia per carenze gestionali sia per mancanza di fondi Io ebbi la fortuna di trovare molti sponsor privati, italiani, ma soprattutto britannici Grazie anche a questo ho goduto di una libertà quasi assoluta D.: Una domanda semplice che probabilmente Le viene fatto spesso: Perché è diventato scrittore? Fortunato Ah…non lo so…direi che era inevitabile… Ho sempre amato leggere, fin da piccolo La lettura era una vita parallela, un rifugio dal piccolo villaggio calabrese in cui sono nato Cominciai con la lettura dei libri che avevamo in casa Mio padre era un avvocato di provincia Avevo un nonno che possedeva una bella biblioteca, piuttosto eclettica Poi i libri cominciai ad acquistarli io, cioè a sceglierli Per quanto mi riguarda, scrivere è un riflesso della lettura Penso che in fondo 2_IH_Italienisch_73.indd 3 19.05.15 11: 40 4 A colloquio con Mario Fortunato potrei smettere di scrivere, ma non potrei mai smettere di leggere Comunque, ho sempre voluto diventare uno scrittore Quando, dopo la maturità classica, i miei genitori mi chiesero cosa volessi studiare, risposi: «filosofia» Non avevo un interesse particolare per la filosofia, ma sapevo che, se avessi scelto la letteratura come materia di studi, forse avrei perso il piacere di leggere, e avevo paura di questo La filosofia però si è rivelata molto utile Mi ha aiutato a organizzare in maniera non banale il mio lavoro, soprattutto quello di manager culturale, prima all’Istituto di Londra e poi alla Fondazione Ratti di Como Io, che in tutta la vita ho sempre fatto un lavoro molto solitario come è quello della scrittura, nel mio ruolo a Londra e poi a Como avevo invece a che fare con tante persone che dovevo capire e organizzare In questo, gli studi filosofici sono tornati molto utili D.: C’è qualche autore in cui si rivede oppure che Lei ha seguito in particolare? Fortunato Sono vari gli autori che amo Ovviamente con gli anni si arricchisce il ‹bagaglio› Due autori che per me appartengono alla categoria dei modelli più o meno inarrivabili sono Marcel Proust e Virginia Woolf Ho letto Proust per la prima volta a 14 anni, non capivo quasi niente Poi di nuovo a 30 anni Sia Proust sia Woolf sono, come dire, vertici di profondità e bellezza, e non potrei mai pensare di raggiungere la loro altezza Mentre un autore che amo molto, che però appartiene a una categoria, diciamo così, più abbordabile è Christopher Isherwood . 2 Uno scrittore, se vogliamo, meno ‹importante› degli altri due, in cui però ritrovo tante affinità A lui mi legano anche alcune piccole coincidenze: nel 1990, risiedevo a Berlino per alcuni mesi, scoprii che abitavo proprio di fronte al palazzo in cui Isherwood aveva abitato nel 1929 E nel 2010, quando per una serie di circostanze mi trovai a passare alcuni giorni in quella che è stata la sua ultima casa, a Los Angeles, ho scoperto che anche lui come me amava leggere sdraiato su una chaiselongue che teneva accanto alla scrivania: proprio come faccio io Isherwood mi ha fatto scoprire l’ironia La maggior parte della letteratura italiana è tragica oppure comica Manca di sense of humour Ecco, io ho cercato di assorbirlo dal suo modo di scrivere D.: Per quanto riguarda la letteratura italiana contemporanea, secondo Lei quali tendenze ci sono, che cosa manca, e ci sono autori che potrebbero affacciarsi sulla scena internazionale? 2_IH_Italienisch_73.indd 4 19.05.15 11: 40 5 A colloquio con Mario Fortunato Fortunato Autori eccellenti in Italia ce ne sono tanti: Claudio Magris, Antonio Tabucchi che purtroppo è morto da poco, Daniele Del Giudice anche se non scrive più, e poi Michele Mari, Andrea Bajani, Michela Murgia, Fleur Jaeggy La letteratura italiana contemporanea è molto vivace, ci sono bravi autori e ottimi libri Ciò che non mi piace invece è la tanta editoria italiana ossessionata dalle vendite, dall’inseguire di bestseller sempre meno di qualità, sempre più triviali A causa della mia rubrica settimanale su L’Espresso, dove mi occupo solo di letterature straniere, leggo poco i miei connazionali Tuttavia, fra gli italiani, vedo che i buoni libri non mancano mai: di recente ho letto un romanzo di Nicola Lagioia 3 che ho trovato ottimo Il punctum dolens in Italia è il sistema dei media In tutto il mondo si fa una distinzione tra letteratura e prodotti di intrattenimento, in Italia questo si confonde Il risultato è che anche un testo di eccellente giornalismo, come Gomorra di Saviano, viene scambiato per un romanzo D.: Citando dal Suo libro L’Italia degli altri: «…importante era che l’odore della carta stampata trasmettesse un senso di libertà e dismisura Che rendesse cittadini, anziché sudditi .» Quale significato / funzione sociale ha la letteratura oggi, specialmente in Italia? Fortunato Io credo che la funzione sia sempre la stessa: la letteratura è qualcosa di apparentemente inutile che in realtà nasconde una straordinaria utilità gnoseologica Gli scrittori non hanno un ruolo sociale ed è bene che non ce l’abbiano Io credo che la letteratura esprima i cosiddetti ‹fantasmi interni› di chi scrive Punto Non è un prodotto socialmente necessario La sua è una necessità interna, estetica E si sa che l’estetica è la madre dell’etica Da questo punto di vista, la letteratura può essere uno strumento di liberazione, perché ci aiuta a comprendere noi stessi e di conseguenza anche gli altri Come dicevo prima, sono cresciuto in Calabria, in un piccolissimo borgo, dove non c’era niente Leggendo Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Marquez 4 però mi sono ritrovato magicamente a vivere a migliaia di miglia di distanza, in Colombia, e in un tempo diverso dal mio La lettura di quel libro mi aiutò a capire la mia realtà, ciò che mi circondava, perché mi permise di paragonare la mia vita a quella di altri Grazie alla letteratura sono diventato un ‹cittadino del mondo› Perciò credo che la letteratura non serva a niente e serva a tutto: ti dà il potere di non subire più la realtà 2_IH_Italienisch_73.indd 5 19.05.15 11: 40 6 A colloquio con Mario Fortunato D.: Cito un altro passo della stessa opera: «L’Italia sembra insomma una proiezione dell’anima .» Lei in questo contesto cita anche Goethe: «…scopo di questo mio magnifico viaggio in Italia non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso .» Qui parla dell’Italia e del significato che questo paese aveva per molti letterati, artisti, intellettuali e viaggiatori stranieri Gli Italiani stessi invece, dove vanno per conoscere se stessi? Fortunato In un certo senso, gli Italiani hanno imparato a viaggiare da poco tempo Certo, Vespucci e Colombo sono esempi famosi di ‹viaggiatori› italiani Ma nel mondo moderno, emigranti a parte, gli Italiani si sono chiusi nel sogno di se stessi, pensando di essere un popolo simpatico e ospitale, aiutato da un clima piacevole e dal cibo eccellente Questa ideologia di se stessi ha provocato, secondo me, un certo impoverimento culturale delle giovani generazioni Noi italiani siamo familisti Tendiamo a chiuderci in quel piccolo bozzolo auto protettivo che è la famiglia Il che va bene quando si è bambini, ma poi bisogna andarsene! Io me ne sono andato a 17 anni, e non sono mai più tornato Ora purtroppo molti giovani italiani non scelgono di andarsene, ma - simili ai loro nonni negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento - sono costretti a partire, spinti brutalmente dalla necessità economica, per via di una disoccupazione giovanile che tocca il 45% Tanti anni fa ho scritto un libro, Immigrato, che raccontava la storia di un ragazzo tunisino venuto in Italia Era una novità per un Paese che era abituato all’emigrazione, ma dell’immigrazione sapeva poco e niente Quel libro ha avuto molto successo, e il protagonista, Salah Methnani, con cui lo firmai, oggi lavora per RAI News 24 Tuttavia, fu per me uno shock scoprire, nella storia di Salah, il profondo razzismo di noi italiani D.: La tesi che sosteneva Goethe può essere ancora un motivo per visitare l’Italia? Fortunato A parer mio, il periodo del Neorealismo è stato l’ultimo periodo in cui l’Italia è stata interessante per il viaggiatore straniero che aveva letto Goethe Mi viene in mente il film Vacanze romane con Gregory Peck e Audrey Hepburn, quella scena girata in una via Margutta vissuta ancora dal popolo, dove gli studi degli artisti si alternavano alle botteghe artigiane, in una confusione vitale e colorata, che adesso si può vedere giusto in certe città dell’India Ma per rispondere alla sua domanda: l’Italia del Nord è molto vicina agli standard dell’Europa del Nord Il sud è molto diverso, ha in parte conservato quel quid che lega il presente e il passato Io credo che lì si possa forse 2_IH_Italienisch_73.indd 6 19.05.15 11: 40 7 A colloquio con Mario Fortunato ancora ‹trovare se stessi› Certo, se non si viene fatti fuori dalla Mafia che è davvero imperante D.: In alcune Sue opere Lei fa riferimento alla Sua terra d’origine e in generale al Sud Italia Che rapporto ha Lei adesso con la Calabria e l’Italia? Il termine ‹patria› per Lei ha ancora un significato? Fortunato Io mi penso prima di tutto come cittadino europeo Non voglio fare della retorica, ma credo moltissimo nell’Europa, credo che ci sia ancora tanto da costruire Secondo me, la chiave per costruire un’Europa unita è la cultura Ho letto Shakespeare prima di conoscere Dante, e quando cito Goethe è qualcosa che mi appartiene Direi che la mia patria ormai è l’Europa: ho vissuto a Londra, a Berlino, e mi sentivo a casa lì, anzi, a volte mi sono sentito straniero qui in Italia Noi Europei, secondo me, abbiamo enormi privilegi: la varietà linguistica e culturale, uno dei livelli di qualità di vita più alti al mondo Perfino le minoranze oppresse godono di un’oppressione relativa Insomma, i diritti civili elementari sono assicurati D.: Lei ha descritto l’Europa quasi come un locus amoenus Ma cosa ne pensa invece dei fenomeni di xenofobia che si ripetono sempre più spesso? Fortunato Non v’è dubbio che in Europa ci siano sacche di xenofobia, di razzismo, di omofobia eccetera Basti pensare al regime illiberale dell’Ungheria odierna Purtroppo le istituzioni europee volgono il loro sguardo altrove, per non vedere Tuttavia non bisogna generalizzare né enfatizzare fenomeni isolati e irrilevanti, come invece tendono a fare i mass media Quanti nostri giornali denunciano le gravi limitazioni alle libertà elementari perpetrate in Ungheria, per bombardarci invece delle immagini raccapriccianti provenienti dal sud dell’Irak? Facile scagliarsi contro i criminali dell’Isis Più difficile denunciare il governo di un Paese che fa parte dell’Unione Europea D.: Dottor Fortunato, La ringraziamo di questo colloquio molto interessante e del tempo che ci ha dedicato 2_IH_Italienisch_73.indd 7 19.05.15 11: 40 8 A colloquio con Mario Fortunato Note 1 Serena Nono è un’artista veneziana, nata a Venezia nel 1964, figlia del grande compositore Luigi Nono e di Nuria Schoenberg 2 Christopher Isherwood 1904-1986), scrittore inglese-americano . L’opera più celebre fu il romanzo autobiografico Goodbye to Berlin (1939), base del musical Cabaret . Altro lavoro importante: Meeting by the river, 1967 (titolo della traduzione italiana: Incontro al fiume, Parma 1994) . Sulla vita di Isherwood cfr . Peter Parker, Isherwood: the biography, New York 2004 3 Nicola Lagioia, nato nel 1973 a Bari . Il suo più recente romanzo, La ferocia, è uscito nel 2014 presso Einaudi a Torino 4 Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez fu pubblicato 1967 a Buenos Aires . L’edizione italiana nella traduzione di Enrico Cicogna esce nel 1968 presso Feltrinelli a Milano Bibliografia Opere di Mario Fortunato La casa del corpo, Paris: Shakespeare & Co 1987 Luoghi Naturali,-Torino: Einaudi-1988 Il primo cielo, Torino: Einaudi 1990 Immigrato,-Roma: Theoria-1990 Sangue, Torino: Einaudi 1993 L’arte di perdere peso, Torino: Einaudi 1997 Amore, romanzi e altre scoperte, Torino: Einaudi 1999 L’amore rimane, Milano: Rizzoli 2001 I giorni innocenti della guerra, Milano: Bompiani 2007 Quelli che ami non muoiono,-Milano: Bompiani 2008 Certi pomeriggi non passano mai,-Roma: Nottetempo-2009 Allegra Street, Milano: Bompiani 2011 Il viaggio a Paros, Milano: Bompiani 2012 L’Italia degli altri,-Milano: Neri Pozza-2013 Le voci di Berlino, Milano: Bompiani 2014 Edizioni in tedesco Sangue . Roman . Trad . di Moshe Kahn, Berlin: Magnus-Medien-Verlag 1995 Stadt im Halbschatten (Luoghi naturali) . Trad . di Andreas Beyer und Eva Ludwig, Frankfurt am Main: Frankfurter Verlagsanstalt 1989 Die Kunst leichter zu werden (L’arte di perdere peso) . Roman . Trad . di Moshe Kahn, Berlin: Wagenbach 1997 Die Entdeckung der Liebe und der Bücher (Amore, romanzi e altre scoperte) . Trad . di Moshe Kahn, Berlin: Wagenbach 2001 Die Liebe bleibt (L’amore rimane) . Trad . di Moshe Kahn, Berlin: Wagenbach 2002 Unschuldige Tage im Krieg (I giorni innocenti della guerra) . Trad . di Marianne Schneider, Frankfurt am Main: Schöffling & Co . 2010 Spaziergang mit Ferlinghetti . Begegnungen . (Quelli che ami non muoiono) . Trad . di Jan Koneffke . Frankfurt am Main: Schöffling & Co . 2011 2_IH_Italienisch_73.indd 8 19.05.15 11: 40